Tempo di pandemia: un pensiero di Papa Luciani

Pubblicato giorno 29 Gennaio 2021 - In home page, NEWS

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Cari malati,

anche il patriarca, come ogni cristiano, ferma in questi giorni lo sguardo sul grande sofferente Cristo. Dal Cristo il pensiero passa, commosso, a voi che, a migliaia, state soffrendo in ospedali o case di cura a Venezia, a Mestre, al Lido, agli Alberoni, a Saccasessola, alla Grazia, a Santa Maria del Mare, a Marghera.

Di Cristo, il nostro san Marco ha scritto: «dovunque giungeva, in villaggi o città o campagne, ponevano i malati nelle piazze e lo pregavano di potergli toccare la frangia del mantello; e quanti lo toccavano guarivano» (Mc 6,56). Spesso erano così numerosi, questi malati, che al Signore non rimaneva neppure il tempo di prendere cibo (Mc 3,20). San Pietro, maestro di san Marco, poté dire che Gesù «passò beneficando e sanando tutti» (At 10,38).

Questo, se dice quanta cura dobbiamo avere nel conservare o nel recuperare la salute, dice anche quanto il Signore sia vicino al malato. Tanto vicino che «ciò che avete fatto a uno di essi l’avete fatto a me» (Mt 25,40).

Con queste ultime parole Cristo ha fatto capire quanto può diventare sublime la missione dei medici e degli infermieri. Questi nell’ammalato curano in certo modo Cristo stesso. Ad essi non soltanto noi ma lo stesso Signore è grato per quanti, prodigandosi, operano in ospedale e li accetta come suoi collaboratori. Essi mettono scienza, tempo, premure e medicine; Dio dona al malato di reagire bene alle cure, di conservare coraggio e fiducia.

Vedremo nei prossimi giorni Cristo passare dalla sofferenza e dal sepolcro alla gloria della risurrezione. Auguro a tutti voi di passar presto dalla malattia e dall’ospedale alla gioiosa dimora della vostra casa, con i vostri cari.

+ Albino Luciani

(18 aprile 1976)

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