Quando il card. Joseph Ratzinger venne al Centro Papa Luciani

Pubblicato giorno 4 Gennaio 2023 - In home page, NEWS

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L’idea di invitare a Santa Giustina (Belluno) l’allora cardinale Joseph Ratzinger era nata nell’ambito degli incontri formativi promossi dal gruppo giovani della parrocchia e si pensava di poterla organizzare nel corso del 2000. Purtroppo non gli fu possibile accettare la richiesta a causa degli incarichi del suo ufficio quale prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e delle numerose iniziative legate al Giubileo. Ricordo di aver avuto qualche tempo dopo, mentre trascorrevo con mia moglie alcuni giorni a Roma, la singolare occasione di incontrare l’allora cardinale Ratzinger. Ci siamo avvicinati a lui facendo menzione del nostro invito: si ricordava perfettamente della cosa ma ci confermava l’impossibilità di partecipare alla nostra iniziativa. Non ci siamo però persi d’animo, anzi forti delle sue espressioni di apprezzamento e di augurio a quanti erano generosamente impegnati nella formazione umana e sociale impregnata di valori cristiani, abbiamo inoltrato un nuovo invito proponendo una relazione sul tema del dialogo interreligioso e una riflessione generale a partire dalla dichiarazione “Dominus Iesus”, Sull’unicità e l’universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa. Proprio nel corso della conferenza stampa di presentazione tenuta presso la Sala Stampa della Santa Sede il 5 settembre 2000, il card. Raztinger affermava: «si fa sempre più strada l’idea che tutte le religioni siano per i loro seguaci vie ugualmente valide di salvezza» e indicava come conseguenza di questo ragionamento «il sostanziale rigetto dell’identificazione della singola figura storica, Gesù di Nazareth, con la realtà stessa di Dio, del Dio vivente». Egli avvertiva come «La stima e il rispetto verso le religioni del mondo, così come per le culture che hanno portato un obiettivo arricchimento alla promozione della dignità dell’uomo e allo sviluppo della civiltà, non diminuisce l’originalità e l’unicità della rivelazione di Gesù Cristo e non limita in alcun modo il compito missionario della Chiesa». L’occasione intendeva inoltre celebrare i dieci anni di attività culturale e della rassegna “Illustrissimi”. Così per tre giorni, dal 16 al 18 ottobre 2004, l’allora Card. Ratzinger (principale collaboratore di papa Giovanni Paolo II e prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede) e il suo segretario mons. Georg Gänswein sono stati ospitati al Centro Papa Luciani.

Ricordo con grande gioia questo incontro con uno dei più grandi teologi in modo molto affabile, semplice e con molta disponibilità con tutti, aveva anche risposto, senza filtri, alle numerose domande che il pubblico gli aveva rivolto nella sala conferenze di Col Cumano. Poi essere qui per celebrare i dieci anni dell’attività culturale è stato un grande sostegno, un gesto di attenzione tanto più che egli stesso ci confidò che aveva rinunciato a presiedere, quale decano del Collegio cardinalizio, la celebrazione eucaristica a San Pietro alla presenza di Papa Wojtyla che cadeva proprio nei giorni della sua presenza nel Bellunese. E poi qualche mese dopo la sorpresa del Conclave dell’aprile 2005 quale successore di Pietro, con il nome di Papa Benedetto XVI.

Molte le curiosità e gli spunti che sono emersi dal dibattito. Così il tema dell’Europa e del cristianesimo. Scrive Joseph Ratzinger: «Al termine del secondo millennio cristiano, il cristianesimo si trova, proprio nel luogo della sua originaria diffusione, in Europa, in una crisi profonda, basata sulla crisi della sua pretesa alla verità». Egli sottolinea la duplice dimensione di questa crisi. Si parte prima di tutto dall’insistente domanda «se sia giusto, in fondo applicare, il concetto di verità alla religione; in altri termini, se sia dato all’uomo conoscere la verità propriamente detta su Dio e le cose divine». La seconda dimensione si trova invece nei «dubbi che la scienza moderna ha sollevato riguardo alle origini e ai contenuti del cristianesimo». Si è parlato poi di educazione, di etica, di laici e cristianesimo, di sfide delle sette, di tolleranza e simboli religiosi. Mi ha però colpito la curiosità dei partecipanti sui temi legati alla sofferenza, al male e alla morte. Abbiamo anche avuto il dono di un ricordo e di una testimonianza diretta sulla figura di papa Luciani. Questo è un aspetto interessante che viene ripreso anche dalla stampa. Un’amicizia nata nell’agosto 1977 con una visita che Luciani, patriarca di Venezia, fece a Ratzinger mentre si trovava a Bressanone e accresciuta nel corso del Conclave dell’agosto 1978 che avrebbe portato al soglio pontificio proprio Albino Luciani, Giovanni Paolo I. Significativo il ricordo di quando il papa bellunese nominò Ratzinger legato pontificio al Congresso Mariano Nazionale tenutosi in Ecuador.

Il giorno seguente alla conferenza, domenica 17 ottobre 2004, celebrò la messa nella cattedrale di Belluno, poi un rapido giro nel centro cittadino dove proprio quella domenica si teneva la manifestazione “Sport in piazza” e la visita al Santuario del Nevegal.

I testi della relazione, delle risposte alle domande del pubblico e l’omelia sono state pubblicate in un libretto dal titolo “Religioni, fede, verità e tolleranza” (edizioni Solfanelli), uscito nel 2017 in occasione dei novant’anni del card. Ratzinger.

Michelangelo De Donà
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