In memoria di don Mario Carlin

Pubblicato giorno 5 Novembre 2022 - In home page, NEWS

 

Nella notte tra il 3 e 4 novembre, è morto don Mario Carlin, cent’anni di vita, di cui 77 vissuti con appassionato impegno come prete della diocesi di Belluno-Feltre. Nato a Sedico il giorno 8 marzo 1922, figlio di Domenico e di Antonietta Pagnussat, è entrato in Seminario ed è stato ordinato presbitero dal vescovo mons. Girolamo Bortignon nella cattedrale di Belluno il 1º luglio 1945.

Ha iniziato il suo ministero come vicario cooperatore di Candide (1945-1947), per passare poi a Cadola (1947) e a Longarone (1947-1951). Nominato parroco di Fortogna (1951-1956), ha guidato in seguito le parrocchie di San Pietro di Cadore (1956-1964), Gron (1964-1973), Limana (1973-1989) e Paderno (1989-1991).

Negli stessi anni, si è dedicato con impegno anche agli emigranti, per i quali fin dal 1966 fu delegato vescovile; in questa veste partecipò alla fondazione dell’associazione “Bellunesi nel mondo”.

Tante persone sono grate a don Mario anche per la direzione spirituale e la disponibilità al sacramento della Riconciliazione. È stato direttore spirituale dei gruppi di preghiera Padre Pio (dal 1989), coordinatore diocesano dell’Apostolato della preghiera (dal 1990), assistente del Movimento Monfortano (2009) e penitenziere della Cattedrale (1993-2020), di cui era canonico dal 1991. Fu delegato vescovile per la vita consacrata nel 1989 e nel 1992 fu responsabile del Congresso eucaristico diocesano.

Su questa pagina lo ricordiamo in modo particolare perché fu fin dal primo numero collaboratore e poi direttore del periodico “Papa Luciani – Humilitas”. Scrisse un giorno in riferimento al beato Giovanni Paolo I: «Il motto Humilitas gli era stato ispirato dalla figura di san Carlo Borromeo. La sua umiltà era sincero atteggiamento dell’animo. Viveva nella tensione di essere sempre più umile. Spiegava che l’umiltà è una virtù dinamica che mette in moto molte altre virtù e che non consiste nel negare i doni che si hanno, ma nel riconoscere che sono doni ricevuti». Grazie, don Mario.

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